ASSOLUZIONE in relazione ad una infamante accusa a carico di personale sanitario

Si è rivolta allo studio una professionista ospedaliera nei cui confronti la Procura muoveva l’accusa di aver spiato dei dati sensibili di un paziente, anche medico.

La prospettiva era di affrontare un processo con una pena che – considerati i requisiti soggettivi dell’imputato – partiva da tre anni di reclusione, sino ad un massimo di otto anni.

L’attività difensiva ha portato il Tribunale a disattendere la tesi accusatoria e a pronunziare una sentenza, in sede di udienza preliminare, di non doversi procedere con la celebrazione del dibattimento in ragione della non sostenibilità della tesi della Procura, accogliendo – viceversa –  del tutto la tesi difensiva.